Tradizione

Tratto da “Una Visita al Santuario di Paitone” del 1929

Se voi non vedete prodigi e miracoli, voi non credete, avea detto il divin Maestro un giorno. Ed è quello che può ripetersi al cristiano di tutti i tempi. Noi crediamo, e se non esigiamo dalla divinità questa prova per la nostra fede, dimandiamo tuttavia dei favori straordinarii pei nostri bisogni; esauditi, la nostra credenza resta per ciò più confermata. Così vogliamo pure conoscere la cronaca dei prodigi di un Santuario prima di sceglierlo a meta delle nostre pellegrinazioni.
Io non so se si debba lodare o disapprovare questa condotta del cristiano; so però che Gesù Cristo e la Vergine Santissima hanno sempre assecondato e soddisfatto queste fervide aspirazioni. E ne sono splendida testimonianza i Santuarii e le apparizioni di Maria Santissima. Nè ci contentiamo di quei prodigi della grazia che non cadono sotto i nostri sensi, che tanti se ne potrebbero narrare, poiché i Santuarii della Madonna hanno una storia speciale nel mondo delle anime; ma vogliamo dei favori temporali che ci sollevino dalle nostre miserie, infermità, angustie e dolori di questa vita.
Ebbene, il Santuario della Vergine di Paitone ci presenta pure un glorioso passato ed uno splendido presente. Del passato ce ne fanno fede le innumerevoli tavolette, gli ex-voto, la tradizione orale, le intime vicende della vita domestica dei fedeli devoti. Sventure allontanate o riparate, cadute morali o impedite o miracolosamente scampate, pubbliche calamità, morbi contagiosi, siccità, epidemie scongiurati; il ricordo di più pellegrinaggi in rendimento di grazie per riportati favori.
Del presente ce ne sono buoni testimonii centinaia e centinaia di persone che hanno veduto e vedono queste grazie portentose, ottenute qui da Maria oppure le hanno ricevute loro stesse.
Nell’anno 1893, agli 11 di aprile il Rev.mo Don Cesare Albertini Parroco di Goglione Sotto, s’allontanava dalla propria parrocchia per motivo di rovinata salute. Il suo male poscia s’aggravò così, che per più mesi si vide disperata la sua vita. Nè medici, nè medicine valeano a salvarlo. Fu allora che egli si votò alla Vergine di Paitone. Il suo popolo, con esempio singolare e con vivo slancio di fede, si portò pellegrinando ai piedi di quell’Immagine per ben due volte.
Mentre il 15 giugno pregava esso fervorosamente la Regina del Cielo, l’infermo comincia a migliorare. Maria aveva esaudite le preghiere de’ suoi figli e ridonava risanato il proprio pastore al giubilante gregge, il quale il giorno 5 aprile 1894 ne rendeva, in un col proprio parroco, pubbliche grazie per testimoniare a Maria Santissima, la propria riconoscenza. Questo prodigio fu così evidente e provato, che da esso ricominciò quel movimento pio e devoto al Santuario di Paitone, che ogni dì va sempre più aumentando.
Una giovine sposa, in conseguenza di lungo soffrire, avea perduto un occhio e si erano verificati i sintomi precursori della perdita anche del secondo. Addolorata essa ed i suoi cari per una tanta disgrazia, ricorsero alla Madonna di Paitone. La madre della giovane signora si recava, il 14 agosto 1895, al Santuario riportando con se un po’ di olio che ardeva dinanzi all’altare di Maria.
Alla prima unzione cessò il dolore e con esso sorse più viva la speranza nella Madre divina. Venne ella medesima ai piedi della Vergine il 24 settembre dello stesso anno. Finite le proprie divozioni, si prostrò vicina ai cancelli del presbiterio; alzò gli occhi ed oh! meraviglia! ella vede con l’occhio ormai spento, la miracolosa Immagine. Era guarita! E nel corso della sua vita non ha più sofferto nella vista.
Una Suora maestra delle Poverelle nel maggio 1894, avea la sventura di perdere la voce in tal modo da non poter attendere alle proprie occupazioni. Visitata da quattro medici e curata per ben cinque mesi, non ottenne alcun miglioramento, tanto che il giudizio di uno di que’ medici, tu che ella era affetta da una lenta paralisi dell’organo vocale. Quell’ottima religiosa ormai si rassegnava alla sua disgrazia, solo le rimaneva una viva speranza in Maria. Si recava nell’ottobre di quell’anno, in un colle sue compagne, a far visita al Santuario di Paitone. Terminate le pubbliche funzioni, alle quali avea assistito l’intera famiglia religiosa il Rev.mo Superiore chiama per nome la Suora ammalata e la invita a recitare ad alta voce, ai piedi dell’altare, tre Ave, ad onore della Vergine. Ma queste vengono pronunciate senza esser udite. Quando incominciò la Salve Regina, la Suora era senza voce; a metà preghiera si udì da tutti gli astanti pronunciarsi da lei le parole distintamente. Tutti gridarono al miracolo; un sacro fremito invase il cuore di ognuno dei presenti, e si cantò con fervore l’Inno di ringraziamento.
Per più giorni quella religiosa restò come terrorizzata dal portento in lei operato dalla bontà di Maria. È degna d’esser segnalata la circostanza che la suddetta suora chiese in cuor suo alla Madonna la grazia della voce in quanto potea essere utile alla Comunità e così ottenne: nei giorni di scuola avea la voce, nella vacanza ne era priva.
Nel mese di agosto 1896 saliva al Santuario una povera vecchietta a piedi ignudi. Interrogata dal Parroco d’allora perchè in tal modo si portasse lassù, malgrado l’età e la strada sassosa, rispose che da 28 anni facea così per voto dopo aver ricevuta una grazia singolarissima per intercessione della B. Vergine apparsa a Paitone. Veniva da una contrada di Bedizzole.
Un’altra povera donna da Virle, dopo aver consultati parecchi medici, e fatte molte cure onde guarire da un forte mal di testa che da molto tempo la tormentava, si decise di recarsi al Santuario di Paitone. Messo il capo sotto l’altare vicino alla pietra su cui si degnò porre il piede la B. V. si sentì all’istante sollevato il dolore che più non ritornò. Per rendimento di grazie ogni anno ripeteva tal visita.
Il M. R. Don Francesco Caldera narra il seguente fatto prodigioso, di cui egli stesso fu testimonio, avvenuto nell’estate del 1900 quando egli era Rettore del Santuario.
Un giorno (scrive il suddetto sacerdote) mi si presenta un signore sconosciuto che mi prega di scoprire l’Immagine della Madonna.
Ciò fatto, quel signore s’indugia a lungo a contemplare la miracolosa tela del Moretto rappresentante l’apparizione di Maria SS. al povero muto. In fine prima di partire si rivolge a me con queste parole: “Reverendo; sappia che io sono protestante, ma le assicuro che ora torno a casa, e mi faccio cattolico.”
Queste le parole dello sconosciuto signore. Noi crediamo nella sincerità di questa confessione spontanea e che Maria SS. abbia in quel giorno strappato una nuova vittima all’errore.
Oh! non si finirebbe così presto, se tutti si volessero raccontare i prodigi operati da Maria in questo luogo da Lei prediletto. Il Vescovo di Brescia Corna Pellegrini di s. m. discendendo dal Santuario dopo aver benedette le nuove campane, commosso per tanta devozione che avea trovato in quel luogo dicea al Parroco d’allora: “Faccio voti che questo Santuario diventi il Lourdes della bresciana”.
L’ardente voto del Vescovo si va continuamente compiendo e la cronaca di questi ultimi anni tiene registrato un numero straordinario di fatti e prodigi che ogni giorno vanno moltiplicandosi. Quel poco che si è narrato valga ad accrescere in ogni credente una viva fiducia in Maria; sicuro che al di Lei Santuario troverà quel conforto ai suoi mali che tanto ci affliggono in questa valle di dolore.
Così si esperimenterà un’altra volta che Maria è la Consolatrice degli afflitti.

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